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Gerusalemme città promessa

Da sant’Elena a Martini, il “centro del mondo” da secoli offre a pellegrini e visitatori un doppio volto

Preghiera al Muro del Pianto. Nelle fessure tra le pietre si intravedono i foglietti con le preghiere: vengono raccolti due volte l’anno per essere sepolti in un vicino cimitero (Basilio Rodella)

Preghiera al Muro del Pianto. Nelle fessure tra le pietre si intravedono i foglietti con le preghiere: vengono raccolti due volte l’anno per essere sepolti in un vicino cimitero (Basilio Rodella)

Che cosa ci si aspetta di trovare nella Terra Promessa, là dove scorrono il latte e il miele e dove Gesù ha mosso i suoi passi dall’infanzia alla Resurrezione? Senza dubbio meraviglie: e, siccome chi cerca trova, non c’è pellegrino che non abbia in qualche modo parlato delle stupende gemme che si trovano nel deserto o degli animali favolosi che vi s’incontrano. D’altra parte, la realtà può essere falsata o incompresa, mai tradita del tutto e definitivamente: accanto alle narrazioni commosse e stupite prendono posto anche le evocazioni delle miserie, delle crudeltà, delle durezze di una terra arida, difficile, ingrata eppure costantemente contesa. Da una parte i mirabilia che fanno parte di quella che, non a torto, è stata denominata “mitologia cristiana”: la regina di Saba, l’opulento languore del Cantico dei Cantici e le immagini di oasi e di giardini che esso evoca, la leggenda dell’Albero della Croce, i miracoli del Bambino Gesù narrati nei Vangeli apocrifi, la visione della Gerusalemme fondata su pietre preziose che nell’Apocalisse scende dai cieli «adorna come una sposa». Così la descrive la Bibbia (Tb 13,17), del resto esprimendo una speranza e una profezia: «Gerusalemme sarà ricostruita come città della sua dimora per sempre […]. Le porte di Gerusalemme saranno ricostruite con zaffiro e con smeraldo e tutte le sue mura con pietre preziose. Le torri di Gerusalemme saranno ricostruite con oro e i loro baluardi con oro purissimo». Dall’altra parte il deserto, la polvere, la fatica, la paura, la miseria, le piaghe dei mendicanti, la violenza; persino la sporcizia, che ha meravigliato e contrariato tanti visitatori – da Nikolaj Gogol’ a Thomas E. Lawrence – e che scandalizza ancor oggi tanti viaggiatori occidentali....

di Franco Cardini