Luoghi dell' Infinito > E l’iride diventa il velo del mistero

E l’iride diventa il velo del mistero

Da sempre nella pittura i colori assumono la funzione di dire e non dire, ricoprendo la realtà con le loro cromie per meglio far risaltare la verità delle cose

​Che cos’è il colore? I vocabolari, le enciclopedie, i trattati di cromatologia dicono tutto, tranne l’essenziale. Sbaglieremo, anzi sbagliamo senz’altro, ma parlare di radiazioni elettromagnetiche, di lunghezze d’onda, di colori primari, secondari, complementari, caldi, freddi non ci aiuta a capire che cosa sia davvero il colore. Per questo è meglio chiedere aiuto a qualche poeta. A Valéry, per esempio, con le luci metafisiche della sua Jeune Parque: «La terra è ormai solo una benda di colore / che cola e si nega alla mia fronte bianca di vertigine». Oppure a Rimbaud, che non a caso ha intitolato i suoi versi Illuminazioni: «Dallo stretto d’indaco ai mari di Ossian, sulla sabbia arancio e rosa che il cielo vinoso ha lavato». E più oltre: «Tutto si fece ombra e acquario ardente». O, ancora, pensiamo a certi suoi attacchi luminosi: «Ho abbracciato l’alba d’estate». Ma, più di tutti, ci soccorre Dante: «Dolce colore d’oriental zaffiro»…

Di quali colori parlano Valéry, Rimbaud, Dante? Di colori indefiniti, restii alle tabelle, renitenti alle classificazioni e alle misurazioni. Sono apparizioni misteriose, non prodotti chimici. Un altro aiuto, a questo punto, ci viene dall’etimologia. Come spiega Giacomo Devoto, il latino color rimanda a colere, causativo di celere, da cui derivano anche celare e occulto. Colere, prosegue sempre Devoto, significa “nascondere”. Anche secondo un’interpretazione antichissima, adombrata nell’indiano varna, il colore è ciò che ricopre, che nasconde l’essenza ultima delle cose. Nasconde e, in questo modo, rivela. Il colore, insomma, dice il mistero nell’unico modo possibile: dice che il mistero esiste. Non lo spiega, quasi fosse un indovinello; non lo risolve, quasi fosse enigmistica anziché enigma; non lo svela, quasi fosse una formula magica da imparare a memoria. Lo fa invece risaltare, come un velo deposto su un oggetto ci fa notare meglio quell’oggetto, proprio sottraendolo alla nostra vista......
 
di Elena Pontiggia