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Bussare alle porte dell'aldilà

Pire e tumuli, vesti e corredi, brindisi e pianti. Così gli uomini varcavano la soglia della morte

​Franco Cardini


Non sappiamo nulla, in realtà, sull’origine del culto per le salme e sul suo rapporto con le idee della vita e della morte. L’origine e il carattere di uno degli aspetti fondamentali della natura umana ci restano sconosciuti. Il fatto di non trovare tracce di riti e di culti a carattere funerario in un insediamento preistorico, di per sé, non costituisce affatto una prova che tali riti e tali culti non esistessero. I corpi dei defunti potevano ben essere stati distrutti o dispersi del tutto. Ma quando un corpo o parti di esso (di solito elementi dello scheletro) risultano sistemati in qualche ordine, riposti in qualche luogo, allora siamo dinanzi a una sepoltura. Il rispetto per la morte e la memoria del defunto è uno dei primi e principali segni di una civiltà.
Le forme di tutto ciò, d’altronde, possono essere varie. Principalmente l’inumazione: a contatto diretto con la terra, in modo che il processo di decomposizione consumi il corpo, oppure proteggendolo in modo da preservarne il mantenimento il più possibile; al posto del corpo intero possono essere conservati solo alcuni elementi, mentre altri possono risultare mancanti, il che dà luogo a varie ipotesi, a cominciare dalla necrofagia.
Esiste poi l’imbalsamazione, vale a dire il trattamento del cadavere mediante sistemi, metodi, ingredienti atti a conservarlo: quello stesso strato d’ocra, che in molte culture si trova steso sul corpo e che con il suo colore rosso suggerisce il sangue e la vita, può costituire al tempo stesso una preservazione.
In altre culture viene praticata la cremazione, cioè l’incinerazione del corpo del defunto seguita dal seppellimento o dalla conservazione in un contenitore o dalla dispersione delle ceneri.
In altre ancora, l’esposizione del corpo all’aria aperta, in modo da farlo disseccare o, in differenti climi e secondo diverse culture, offrirlo come cibo agli animali (così nella tradizione dei persiani mazdei, seguaci della dottrina di Zarathustra – oggi ancora presenti come “parsi” –, che isolavano il defunto sulla cima delle “Torri del Silenzio”; o nei riti funerari di alcuni nativi americani, a proposito dei quali si è dimostrata la familiarità con i riti sciamanici dei buriati siberiani).
Questi riti possono presentarsi esclusivi, oppure alternarsi fra loro: nessuna delle moltissime teorie formulate al riguardo da archeologi e paleoantropologi sembra del tutto convincente ed esauriente.
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