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Buenos Aires, la capitale degli emigranti

L’ormai ex diocesi del Papa porta impresso il segno lasciato dalle tante culture che l’hanno costruita. Soprattutto quella degli italiani.

Un veliero storico a Puerto Madero

Un veliero storico a Puerto Madero

​Agli inizi del Novecento venne presentata al Parlamento argentino una proposta di legge affinché l’italiano divenisse lingua ufficiale dello Stato. Giustificata dal fatto che i nostri connazionali erano la presenza più cospicua tra tutti i cittadini della repubblica sudamericana. Non passò, anche per lo scarso interesse che il Regno d’Italia portava ai suoi emigranti, non sostenendoli affatto. In una Buenos Aires dove nel 1889 si contavano centododici nati all’estero ogni cento nati in Argentina, gli italiani erano ormai maggioranza, e continuavano ad aumentare. Migliaia di famiglie si accalcavano in edifici malsani, spesso di una sola stanza, dando vita a un’edificazione precaria e selvaggia che vedeva sopraelevare i piani e occupare i cortili con baracche di legno coperte di lamiera ondulata. Formicai umani chiamati conventillos, che fornivano un tetto a sette stranieri su dieci.
Tra il 1875 e il 1925 sbarcarono a Buenos Aires 2.145.320 italiani, da ogni regione. Al primo posto i piemontesi con il 16,5%, secondi i calabresi (13,4%), seguiti da siciliani (11,3%), lombardi (10,4%), marchigiani (8,2%), campani (7,7%), veneti (7,2%) e abruzzesi (6,3%); con percentuali minori le altre regioni. Nelle sue corrispondenze al “Corriere della Sera”, Luigi Barzini denuncia lo stato di abbandono in cui la madrepatria lascia i suoi emigrati, costretti ad arrangiarsi in cento lavori: i venditori ambulanti che trascinano la loro triste vita sui marciapiedi sono tutti italiani, scrive, sono italiani i terrazzieri che scavano le fogne, i lastricatori delle vie, i muratori arrampicati sui ponti, tutti coloro che compiono i lavori più rudi, gli operai in genere. Basta correre là dove viene il batter d’un martello, dove stridono delle macchine, dove romba un lavoro qualunque esso sia, dove si fatica, per trovare gli italiani......