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Brilla nei deserti la scintilla del sacro

Dal Sahara al Gobi, nel silenzio la traccia di quel “qualcosa” che affratella gli uomini

Namibia, alberi disseccati nel deserto del Namib

Namibia, alberi disseccati nel deserto del Namib

​Il silenzio mi ha condotto nei deserti della Dancalia, una terra estrema ai confini fra Etiopia ed Eritrea. Un deserto diverso da qualunque altro. Un deserto di lava e sale. Se non sei un geologo o un antropologo della solitudine non ci sono vere ragioni per andare fin là. Ma un giorno in Eritrea, sulle coste del Mar Rosso, spuntò dal nulla un pastore. Aveva un bastone appoggiato sulle spalle, un pugnale ricurvo nella cintura e uno stecchino fra i denti. Ci guardammo obliquamente. Eravamo a un passo uno dall’altro, rimanemmo lì per quasi un’ora. Senza dirci nulla. Le sue capre erano pazienti e fra quei ciottoli di lava c’erano ciuffi d’erba. Si accucciò sui talloni. Io mi sedetti. Restammo in silenzio. Forse sembravamo due perfetti imbecilli. E io come posso raccontarvelo? In questo incontro muto avvertii un senso di amicizia che non avevo ancora mai provato. Non ci dicemmo una sola parola. Quale, poi? A un certo punto si alzò, fece un cenno con gli occhi e se ne andò. Le sue capre lo seguirono in fila indiana. Guardai la sua ombra tremolare nell’orizzonte di un’antica colata di lava. Non si voltò. Vado in Dancalia perché ho un debito di gratitudine verso quell’uomo. La gratitudine del silenzio.
 
Per scrivere questo breve articolo, ho letto versi come questo: «Nel deserto di sabbia possono nascere rose e altri fiori / e il silenzio è battito del cuore della Terra». Confesso: mi sono infastidito. E mi sono chiesto: da quanto tempo non vado nel Sahara, il “mio” deserto? Da quando quella solitudine si è affollata, da quando i conflitti hanno mandato in frantumi un vaso di Pandora e i mostri si sono dispersi fra le più belle dune del mondo. Il silenzio del Sahara oggi è il viaggio muto e disperato dei migranti, è lo sferraglio delle guerre (fragorose o invisibili ai media occidentali: in Mali, in Libia, in Algeria), sono i colpi delle trivelle dei campi petroliferi difesi con le armi; sono i fuoristrada dei banditi, dei narcotrafficanti, dei contrabbandieri. Il silenzio è diventato un’illusione, nella bellezza del Sahara......
 
di Andrea Semplici