Luoghi dell' Infinito > 20 anni di Luoghi dell'Infinito

20 anni di Luoghi dell'Infinito

​In questi venti anni (il primo numero andava in edicola il 14 ottobre 1997) “Luoghi dell’Infinito”, rivista ideata da Giovanni Gazzaneo,
ha avuto per orizzonte il dialogo tra bellezza e speranza. La bellezza è il volto stesso della Creazione e insieme l’espressione più alta dell’umano creare.
La speranza è lo sguardo che il Creatore volge alla sua amata creatura, e insieme lo sguardo rivolto al cielo di ogni uomo e ogni donna che non si rassegnano.
Per questo abbiamo chiesto agli amici un pensiero sul legame invincibile tra Bellezza e Speranza

Sergio Mattarella
presidente della Repubblica
Egregio Direttore,
desidero esprimere a Lei e alla redazione il mio apprezzamento per il lavoro che mensilmente svolgete da venti anni con i “Luoghi dell’Infinito”. Una rivista dalla concezione originale che racconta tanti luoghi dove l’arte, la cultura, la storia e la religione si coniugano sotto il segno della bellezza.
La vostra iniziativa editoriale, nata in vista del Giubileo del 2000, ha contribuito a far conoscere al pubblico i luoghi sacri del nostro Paese e del mondo intero.
“Luoghi dell’Infinito”, anche grazie al contributo di grandi firme, è anche uno spazio di dialogo e reciproca comprensione tra i popoli, le culture, le religioni. Oggi il dialogo e la conoscenza sono una necessità storica, una condizione per conquistare e mantenere la pace. Dialogo tra credenti di religioni diverse, dialogo sul destino dell’uomo tra credenti e non credenti: ecco un terreno fecondo per il futuro dell’umanità.
Rinnovo a lei, Direttore, a tutta la redazione e ai lettori i migliori auguri.

Marco Tarquinio
direttore di Avvenire
Molte voci si uniscono, nel nome della bellezza e della speranza, per dire grazie a “Luoghi dell’Infinito” sulle pagine di questo numero, speciale come ogni altro, ma alla fine un po’ di più. Ne sono lieto e orgoglioso. Da direttore e da appassionato lettore della preziosa rivista che, dal 1997, “Avvenire” dedica a “itinerari arte e cultura”. E voglio idealmente ringraziare a mia volta ognuna di queste straordinarie personalità. Grazie della stima e della condivisione per il gran lavoro che rinnova, mese dopo mese, la comune ricerca di “Luoghi” sacri a tutto ciò che di più grande, alto e profondo c’è nella nostra umanità e che unisce Cielo e Terra. Sono ringraziamenti caldi e veri, a cominciare naturalmente da quelli per Sergio Mattarella, il nostro presidente della Repubblica, e per Gualtiero Bassetti, cardinale, vescovo e padre che oggi rappresenta e serve l’intera Chiesa italiana.
Ma un grazie particolare voglio anche riservarlo a coloro che “Luoghi dell’Infinito” lo fanno e continuano a farlo amare: Giovanni Gazzaneo, primo fra tutti, e poi Edoardo Castagna, Alessandro Beltrami, Massimo Dezzani e Antonio Talarico. Assieme a loro voglio abbracciare tutti i nostri lettori che, accanto all’Editore, sono i primi garanti della unicità di questa avventura editoriale e dell’anima, che da venti anni offre specchio fedele alla più emozionante bellezza e dà nutrimento alla speranza che non delude.
 
Gualtiero Bassetti
cardinale, presidente della Cei
«Quale bellezza salverà il mondo?»: è una citazione polemica, nel romanzo L’idiota di Dostoevskij, la frase oggi tanto ribattuta da rischiare la banalità. Il giovane Ippolit, malato terminale che si professa ateo, incalza il principe Myškin chiedendogli conto di quella convinzione «idiota», che riposa sul suo essere cristiano, o piuttosto, insinua cinicamente, sull’essere innamorato.
Oggi più che mai, un’umanità «sazia e disperata» ci interroga sulla speranza legata alla bellezza. Nella mia vita, posso dire di aver fatto i conti, da sempre, con questa domanda che mi ha interrogato e coinvolto come uomo e come pastore.
Da Marradi, il mio paese d’origine sull’Appennino romagnolo, ho ereditato il contatto diretto, appassionato e difficile, con la stupefacente bellezza della natura e del paesaggio.
Sono arrivato poi a Firenze, la mia città d’adozione e d’elezione, che è senza dubbio una capitale di bellezza quasi unica al mondo. Lì ho conosciuto don Lorenzo Milani che, artista, incolpò la bellezza della sua conversione (come sant’Agostino!). Vescovo di luoghi bellissimi come Massa Marittima, Piombino e Arezzo, Cortona e Sansepolcro, provati da sofferenze e contraddizioni che ho cercato di affrontare con tutte le mie forze, ora, dalle alture di Perugia e con la nuova responsabilità alla Cei, continuo a pensare alla bellezza non solo come a un fondale da ammirare ma soprattutto come a un luogo di speranza: la bellezza del Risorto. Una speranza che va annunciata con gioia e carità.
Insieme alla bellezza della Terra da custodire, come ribadisce il Papa, penso alla dolcezza degli occhi che si volgono a Dio con fiducia in situazioni difficili, alla tenerezza delle famiglie provate da una vita di sacrifici, allo splendore delle mani di ogni colore che si aggrappano a chi le porta in salvo, salvando tutti noi. Quanta diffidenza in meno se dietro ogni volto si conoscesse la storia e la favola bella di cui ognuno è portatore.
Auguri a questa rivista che ripropone luoghi, climi e atmosfere insieme a tutto ciò che vi è dietro, nascosto e rivelato come nel Cantico dei Cantici. Luoghi, appunto, dell’infinito. Auguri a tutta la redazione e ai lettori: a proseguire su questa strada.